lunedì 19 settembre 2011

Sui ticket sanitari urge un segnale forte verso le famiglie

Serena è impiegata in un'azienda manifatturiera. Sta facendo la fila in farmacia per comprare le medicine per i suoi bambini - il più piccolo è a casa con la febbre - quando vede nella coda a fianco c'è il suo capoufficio, Giorgio. Al banco Serena prende sei medicine con tre ricette e paga 12 euro di ticket (2 euro a confezione), mentre Giorgio prende una medicina e paga solo 1 euro di ticket. Serena sa di guadagnare 1400 euro al mese, sa anche che Giorgio ne guadagna 3 mila, e si chiede perché mai lei debba pagare un ticket doppio di quello del suo capo. Suo marito Augusto porta a casa poco più di 2 mila euro al mese, ma anche sommando i loro stipendi con i due bambini fanno fatica. Per Giorgio è più facile: è single e senza figli, ha uno stipendio che è due volte  quello di Serena, senza contare le varie agevolazioni aziendali. Ma paga un ticket più basso sulle medicine e anche sugli esami specialistici. Serena ci pensa su e proprio non riesce a capire. Forse avrebbe dovuto fare come la sua collega e pari grado Vanessa, che vive con Franco da tanti anni. Franco guadagna anche più di Giorgio, ma loro due non si sono mai sposati, così quando Vanessa va in farmacia a comprare le medicine, lei il ticket non lo deve nemmeno pagare...(*)

In questi giorni i cittadini dell'Emilia-Romagna stanno compilando l'autodichiarazione sul reddito familiare per l'individuazione della fascia dei ticket sanitari. Ci sono ben chiare le gravissime colpe del Governo Berlusconi per le dimensioni della crisi italiana e la sua gestione attraverso provvedimenti iniqui, pasticciati ed inconcludenti. Ci è ben chiaro che scelte del genere, prese in tempi contingentati, riflettono per inerzia la storica e sedimentata mancanza nel nostro Paese di politiche a sostegno delle famiglie, a cominciare da un adeguato impianto del sistema tributario. Ci sono ben chiari i meriti della Regione Emilia Romagna che ha cercato in tutti i modi di tutelare i propri cittadini e di intervenire con misure anticrisi, spesso supplendo all'inadeguatezza dei provvedimenti nazionali. E buona era l'idea della Regione di introdurre i ticket sanitari con meccanismi volti a graduare il contributo a seconda delle possibilità economiche dei cittadini.

Proprio per questo non riusciamo a comprendere il senso dell'individuazione del reddito familiare lordo complessivo come indicatore di riferimento. Se era troppo complicato partire nei tempi dati dall'applicazione dell'Isee, si sarebbe potuto e dovuto adottare come primo criterio il rapporto fra reddito familiare e componenti della famiglia. Il governatore Errani si è impegnato a modificare in futuro i criteri introducendo l'Isee, ma se vogliamo essere davvero credibili di fronte ai nostri elettori crediamo sia urgente porre rimedio. Per questo chiediamo alla Regione di modificare il provvedimento in tempi brevi con l'introduzione del quoziente familiare, o almeno, se occorrerà del tempo, di prevedere la possibilità di rimborso delle cifre in eccesso che le famiglie numerose saranno inevitabilmente chiamate a versare con l'attuale ingiusta modalità.

Daniela Alfano, Gabriella Aricò, Giuseppe Bacchi Reggiani, Elena Baraldi, Cecilia Basile, Roberto Batacchi, Peppino Bellavia, Gabriele Benassi, Stefania Bernardini, Gianni Borgognoni, Stefano Borgognoni, Mauro Bosi, Elena Braca, Emanuele Burgin, Marco Calandrino, Stefano Camasta, Margherita Camillo, Natale Calanchi, Alessandro Canelli, Lorenzo Caporale, Martina Caroli, Sandra Cavallotti, Angela Cocchi, Anna Stella Cocito, Manuela Colin, Andrea Comastri, Ferdinando Conti, Edoardo D'Alfonso, Pierluigi D'Alfonso, Andrea De Pasquale, Danilo Dondi, Luca Dore, Ermanno Errani,  Silvia Fabbri, Simona Ferlini, Andrea Finelli, Gaetano Finelli, Paola Fornasini, Roberto Franceschini, Enzo Gandolfi, Maria Elisabetta Gandolfi, Paolo Gasperini, Rita Gazzoli, Marta Gellini, Francesco Giacomini, Pier Luigi Giacomoni, Federica Ghetti, Virginia Gieri, Riccardo Giordani, Roberta Govoni, Luca Grasselli, Carlotta Gruppioni, Maria Guerrini, Piergiorgio Licciardello, Stefano Lipparini, Barbara Luccarini, Matteo Maltinti, Marcora Mandreoli, Elena Manfredini, Paola Manzini, Loris Marchesini, Barbara Mazzanti, Fabio Mignani, Luca Miselli, Guido Mocellin, Francesco Montanari, Giuseppe Muscas, Paolo Natali, Mario Maria Nanni, Andrea Nepoti, Stefano Ostuni, Vito Patrono, Giuseppe Paruolo, Roberto Pierpaoli, Fabio Piscaglia, Adalisa Piumi, Gianluca Polvani, Lucia Pozzetti, Luca Prodi, Anna Lisa Profili, Giovanni Quartana, Aldo Rampioni, Edoardo Raffiotta, Maria Gabriella Ramazza, Roberto Romagnoli, Paola Sacchetti, Marco Sandoni, Sergio Salsedo, Raffaella Santi Casali, Stefano Selleri, Paola Selmi, Angela Soverini, Ivana Summa, Andrea Tacchini, Paolo Tattini, Andrea Tolomelli, Gabriella Toselli, Luigi Tosiani, Stefano Tugnoli, Andrea Turchi, Paola Vasini, Salvatore Vassallo, Vanna Veronesi, Massimiliano Vogli, Walter Williams, Monica Zanni

(*) Gli stipendi citati nell'esempio sono netti mensili calcolati su 14 mensilità. Al netto mensile di Serena (1400) corrisponde un lordo annuo di 26900, che sommato ai 43800 del marito Augusto (2050 netti mensili) li porta nella fascia di reddito fra 70 e 100 mila euro. L'ipotesi comprende le detrazioni per due figli minorenni, di cui uno minore di 3 anni. Il suo capo Giorgio rientra nella fascia fra 36 e 70 mila euro (3000 netti al mese, 69970 lordi annui). L'amica Vanessa resta naturalmente nella fascia inferiore ai 36153 euro. I calcoli sono stati fatti utilizzando il programma nella pagina http://miojob.repubblica.it/notizie-e-servizi/stipendio in relazione alla regione Emilia Romagna.